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“Sextortion”: l’allarme della Polizia postale

Ad agosto molti nuovi casi: oltre un centinaio le segnalazioni

La Polizia postale segnala un aumento di casi di sextortion. Nel mese di agosto, sono state ricevute oltre un centinaio di segnalazioni, in danno di adulti e minori, quasi sempre di sesso maschile. Si tratta di un fenomeno con un enorme potenziale di pericolosità perché agisce sulla fragilità delle vittime.

Ma che cos’è esattamente questo genere di ricatto?

Un invito o una richiesta d’amicizia da parte di un’attraente sconosciuta o di un attraente sconosciuto sono il primo passo per cadere nella rete dei criminali. Dopo aver accettato il truffatore prende contatto con la vittima e la coinvolge in una conversazione. Successivamente propone di passare a una videochat e, a quel punto, il criminale convince la vittima a spogliarsi, masturbarsi, danzare nuda o assumere pose indecenti. Tutte le azioni compiute durante la videochat vengono segretamente registrate.

La vittima viene quindi ricontattata e ha il via la prima richiesta di denaro a fronte minaccia: quella di pubblicare le immagini su YouTube con tanto di nome, di inviare il materiale sensibile via e-mail a parenti, amici o al datore di lavoro oppure di pubblicare il link su Facebook.

Si parla di “sextortion” quando i ricattatori minacciano le vittime di pubblicare foto o video compromettenti se quelle non accondiscendono alla richiesta di riscatto. Spesso in precedenza le vittime vengono contattate sulle reti social o piattaforme di appuntamenti e indotte con subdoli éscamotage a spogliarsi davanti alla webcam.

Serve prestare massima allerta

Quello che nasce come un gioco sessuale li trasporta in un incubo fatto di ricatti, continue richieste di denaro e minacce. Tutto inizia con qualche messaggio scambiato con profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti, apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Si passa poi alle video chat e le richieste si fanno man mano più spinte ma, dopo aver ottenuto foto e video intimi cominciano le richieste – non troppo alte – di denaro, accompagnate dalla minaccia che, in caso di mancato pagamento. Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a tenersi tutto per sè, a non confidarsi con nessuno e, fin quando possono, a pagare. 

I consigli della Polizia postale:

– Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro e le richieste si faranno più insistenti;
– Non vergognarsi per aver condiviso immagini intime. Siamo di fronte a criminali organizzati che conoscono le curiosità e le fragilità delle vittime di questo tipo di reato;
– Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma conservare gli screen shot delle conversazioni, delle minacce e del profilo dell’estorsore;
– Fare una segnalazione sul nostro portale www.commissariatodips.it  per chiedere aiuto: insieme è più semplice risolvere questo tipo di problemi.

FONTE: Polizia postale